Erano gli anni sessanta, noi, ragazzi di provincia, di una cittadina sull'Appennino emiliano, sulla strada statale che dall'entroterra emiliano-lombardo porta al mare toscano-ligure, ci "gasavamo" cercando di emulare i vari piloti, abarthizzando le nostre 500, comprate con chili di cambiali, il più delle volte comprate incidentate e poi rabberciate alla meglio, ma sempre cambiali ci volevano, chi aveva il contante! noi certamente no! Bei tempi, la benzina costava 96 lire litro! per metterne 1000 lire si faceva la colletta fra i passeggeri (sempre 5 o 6).
Eravamo un gruppo di 7-8 ragazzi, tutti sulla ventina, chi aveva la topolino, chi la 600, la maggioranza la 500, io fra questi, poi c'era il fornaio con la giardiniera portapane, sempre carica di ceste e pane, almeno quello non ci mancava! Quanto pane abbiamo mangiato! per fortuna c'era anche un figlio del salumiere!
Come detto, il paese-cittadina si trova sulla statale che porta al mare, (non c'era ancora l'A 15, Parma-La Spezia) perciò nel week-end si vedevano parecchi cittadini "sboroni", parmigiani, milanesi ecc... che con le loro fuoriserie, porsche, ferrari, fiat dino, alfa GT, Jaguar ecc.., con a bordo delle "gnocche" da far spavento, sfrecciavano per il paese, una piccola sosta per sorseggiare qualche bibita o caffè, (da loro avevamo imparato a bere il Rosso Antico, forse i giovani non lo conoscono, ma allora se non bevevi, al bar, un Rosso Antico non eri nessuno) attirando l'attenzione, anche un pò di invidia, di tutti, (forse si fermavano per questo) l'attenzione delle nostre donzelle, le quali sognavano il principe azzurro, per una vita diversa, fuori dal paese!
A noi tutto questo ci rodeva un pochetto, parecchio, specialmente per le ragazze, le attenzioni delle quali erano tutte per le fuoriserie e per i loro occupanti, per noi niente, oh quanto ci rodeva!!!!!!
La nonna di Mario, uno della "banda", gestiva un bar-osteria-alimentari, situato sulla statale menzionata, ad una quindicina di km prima del paese; erano 15 km con sali-scendi e molto tortuosa, poi c'era una curva, in discesa a sinistra, con vista sul vuoto (burrone) dove tutti rallentavano.
Noi questa strada la conoscevamo al palmo, ci esercitavamo tra noi tutti i giorni, ci cronometravamo, a volte mettendo qualcuno nelle curve per segnalare via libera, insomma per noi questo tratto non aveva segreti.
Nei weekends ci postavamo al di fuori di questa osteria ad aspettare che qualche sborrone passasse col "macchinone" e la relativa gnocca, rincorrerlo con le nostre piccole "ferrarine", cofano alzato, targa bassa, assetto raschia-asfalto, fargli vedere i sorci verdi, specialmente nella curva "con vista sul vuoto", non era bello farsi sfilare da una 500!
Un giorno passò una Renault Alpine blu, targata Francia, ad andatura turistica, il nostro commento: adesso ci facciamo il francese!
Coi motori già caldi ci mettemmo alla caccia del francese, il quale, realizzando subito quello che stava per succedere, schiacciò sull'acceleratore, era uno spettacolo vedere l'Alpine percorrere in derapata quelle curve, io mi dissi: adesso ti voglio nella curva sul vuoto!
Proprio in quella curva non lo vedemmo più, era volatizzato.
Tutti noi, un pò delusi e bastonati, con la coda in mezzo alle gambe, continuammo fino al paese, e lì sorpresa! parcheggiata davanti al bar che frequentavamo c'era la Renault, la fottuta Alpine color blu! Il giovanotto alla guida ci aspettava, aveva però già bevuto il caffè!
Quel ragazzo con la parlata italo-francese era Jean Claude Andruet, per noi appassionati di auto era già famoso, fu molto gentile ci offrì da bere, era venuto dalla Francia, dove viveva con la mamma, a trovare il papà italiano, che viveva in paese.
I giorni seguenti furono giorni di racconti, noi tutti a bocca aperta! GRANDE Jean Claude!
by
omero