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R E V I S I O N E D E L L A D I S C U S S I O N E |
adriano.casoni |
Inviata - 25 January 2020 : 17:02:01 All'inizio del 1900 al mio paese a Finale Emilia, viveva una famiglia di possidenti agricoli,il cui padrone di casa si chiamava Armando Scagliarini. Gli nacquero due figli maschi: Carlo e Guido che era quasi coetaneo di mio padre Antonio, infatti Guido era del 1914 mentre mio padre era del 12. Fra i tre ragazzi nacque una solida amicizia che dur#242; una vita. Mentre Carlo era un ragazzo calmo e quieto, suo fratello Guido era alquanto irrequieto. A 18 anni si arruol#242; in aeronautica ed entr#242; ben presto in una squadriglia di aereo siluranti. Durante il conflitto si distinse in diverse azioni belliche di rilievo. Nella sua squadriglia vi era un maresciallo veronese di nome Beppe Meotti, il quale, a fine conflitto, venne spesso a Finale a trovare l'amico Guido e qui conobbe e frequent#242; la signorina Giuliana Baldoni che in seguito spos#242; rimanendo a vivere a Finale. La moglie Giuliana era molto amica di mia madre, e cos#236; iniziarono a frequentare la mia famiglia divenendo nel contempo amico di mio padre. Intanto Guido divenne concessionario della fabbrica di automobili Cisitalia e divenne pilota di auto insieme ad un certo Carlo Abarth, un ingegnere austriaco col quale intrecci#242; una solida amicizia. Nel 47 Guido vinse il campionato italiano con una Stanguellini e nel 49 con una Cisitalia. In questo anno il padre di Guido: Sig. Armando, finanzi#242; una impresa dei due soci Guido e Carlo Abarth, i quali fondarono a Bologna l'antesignana della futura Abarth , assumendo come marchio lo Scorpione che era il segno zodiacale di Carlo Abarth. In via Rivareno a Bologna iniziarono l'attivit#224; fabricando marmitte per auto. In quegli anni lo stabilimento della Cisitalia di Torino ebbe un tracollo finanziario e fall#236;. I due soci la rilevarono e fu cos#236; che nacque lo stabilimento Abarth dove auto di serie venivano sapientemente elaborate, ed inizi#242; la straordinaria produzione che port#242; l'azienda a primeggiare nel mondo sportivo.Tutto questo me lo ha rammentato la notizia che #232; apparsa su internet: Alessandro Scagliarini (nipote di Guido) aveva pubblicato un libro sui 70 anni di Abarth, in occasione della morte del nonno Guido scomparso all'et#224; di 102 anni a Coriano di Rimini nel 2017. Altro aneddoto che forse molti non conoscono:Carlo Abarth era moto amico di Ferdinand Porsche,e durante il periodo nazista, egli fu incarcerato da alcuni gerarchi, dato che si era rifiutato di iscriversi al partito nazista. Allora gli corse in aiuto Carlo Abarth che riusc#236; a contenere il danno facendo in modo che il diniego di Porsche non arrivasse ad HItler. Infatti insieme al'amico e socio Guido, regal#242; una monoposto Cisitalia D46 ad un gerarca,che fece subito sprigionare Ferdonand Porsche. Posto la foto di Guido Scagliarini ed una copia della prestigiosa vettura ancora esistente. Questa #232; storia ragazzi !!
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9 U L T I M E R I S P O S T E (Ultimi inserimenti) |
adriano.casoni |
Inviata - 13 December 2021 : 11:10:18 Un'altra storia realmente accaduta della mia vita: La mia famiglia si trasfer#236; per motivi di lavoro a Sanremo,dal 50 al 55. Eravamo tre fratelli, Giorgio di 14 anni, Giuliano di 12anni ed io di 10. Giorgio decise di voler iscriversi all'istituto Nautico di Porto Maurizio (Imperia) . Per questo motivo i nostri genitori decisero di metterci insieme nel collegio-convitto S.Giuseppe di Porto Maurizio, a pochi km da Sanremo, entro il quale si potevanmo frequentare l'avviamento commerciale per Giuliano , e le scuole medie per me, mentre Giorgio poteva frequentare il vicino Istituto Nautico. Il collegio era di propriet#224; dei padri Giuseppini con sede ad Asti. Io ripetevo la la seconda media, essendo stato bocciato l'anno precedente un p#242; a causa del trasloco a Sanremo ma anche perch#232; non mi "consumavo" molto sui libri. Ormai avevo gi#224; terminato il primo trimestre con buoni voti, e fu cos#236; che il rettore, Don Ceriani, mi propose di trasferirmi a Barolo nel castello che fu di propriet#224; della famiglia Fallet, lasciato in eredit#224; alla Opera Pia dei padri Giuseppini di Asti, e dentro al quale si potevano recuperare anni persi di studio. Infatti erano presenti scuole medie e l'allora Ginnaasio, che allora non era altro che la prosecuzione delle tre medie ed era paragonabile alle classi del liceo odierno. Ma veniamo al fatto: io comunicai ai miei genitiori la volont#224; di trasferirmi in quella sede per poter recuperare l'anno perso, facendo seconda e tera media in un anno( che per la vrit#224; furono fatte in un semestre in quanto tre mesi [i semestre] erano gi#224; trascorsi a Porta Maurizio. I miei diedero il consenso e cos#236; partii subito per Barolo. Ricordo che in treno ragiunsi Asti e poi , con un taxi, costituito da una vecchia, lussuosa ed enorme Buick nera americana, raggiunsi il castello di Barolo. Ho nominato il vecchio taxi poich#232; #232; una delle note motoristiche attinenti il nostro sito di Cinquino. Il collegio era enorme , con sale grandissime di un'altezza smisurata. Si era gi#224; quasi in inverno e vi assicuro che la zona delle Langhe in quel periodo rivendicava tutti i suoi diritti di freddo pungente, ed ho citato l'altezza delle sale del collegio , dato che questa loro caratteristica era la causa primaria del freddo che regnava dentro le mura del collegio, ad altezza d'uomo. Il dormitorio , che ospitava la totalit#224; dei collegiali formati da circa una sessantina di ragazzini dai 10 ai 15 anni, risiedeva in una enorme camerata al secondo piano, e vicino vi erano i bagni e i servizi igienici relativi, realizzati in una stanzona attigua senza porte. La sveglia veniva fatta a suon di battito di mani da un sacertdote chiamato "assistente" alle ore 6 precise. Si andava ai bagni e ci si lavava con l'acqua sgorgante da rubinetti in ottone di vecchia fattura. Ma prima si doveva spezzare la stalattite di ghiaccio che si era formata durante la notte alla bocca di uscita dei numerosi rubinetti, e vi asicuro che la succesiva operazione di lavaggio avveniva in pochissimo tempo.... Ci si faceva il letto, ci si vestiva e poi si andava in chiesa dove si assisteva ad un veloce Messa; quindi si raggiungeva il refettorio al cui desco trovavamo le famose BIOVE piemontesi fresche con abbondante latte, caff#232; d'orzo, e cubetti di marmellata e burro. Devo riconoscere che il cibo che veniva offerto ai vari pasti era abbondante, variegato e ben fatto. Dopo la colazione si andava in "studio", un enorme camerata con pavimento in legno nel quale ognuno disponeva di un mobiletto-scrivania con i libri di testo necessari. Qui si preparavano i libri ed ognuno accedeva alla propria classe di appartenenza unitamente agli studenti "esterni" che da fuori frequentavano la scuola interna come scuola pubblica, ed erano ormai le 8,00 del mattino. Gli insegnanti erano laici ed alloggiavano ai piani alti del fabbricato in stanze singole, alle quali potevamo acedere, ovviamente bussando, per eventuali richieste di spiegazioni durante le ore pomeridiane di studio che andavano dala 14 alle 18. Le ore di studio erano tante ma non pesavano molto in quanto esse facevano parte del "bagaglio" di scelta personale di ogni collegiale ed avveniva nell'ampio locale sopra citato , alla presenza continua dell' "assistente" anch'egli disponibile per ogni eventuale spiegazione. Si era ormai sotto Natale, la neve aveva imbiancato abbondantemente ogni cosa, ed io ero in sala ricreazione, verso le ore 13,30, quando mi accorsi di un certo trambusto proveniente dalle sale di ingresso ed alcuni compagni mi chimarono annunciandomi un visita: raggiunsi di corsa l'ingresso e vidi i miei fratelli Gorgio e Giuliano seduti a bordi di una moto Parilla 175 sport nera alquanto sporca di schizzi di fanghiglia. Insieme ai compagni li sollevammo letteralmente dalla lunga sella del Parilla ( alla quale parevano incollati intirizziti dal freddo) e li portammo di corsa nel vicino locale refettorio dove servimmo loro th#232; bollente con qualche panino unitamente a burro e marmellata. Appena le loro mascelle furono in grado di muoversi, ci abbracciammo e ci salutammo, e mi raccontarono la loro avventutra di viaggio. Non avevano indumenti motociclistici ,tipo pelle o tessuti analoghi, (allora non si trovavano facilmente) e si erano vestiti con maglioni e camicia e giubbotti di stoffa. Avevano fatto circa 190 km superando il colle di Nava, fra il Piemonte e la Liguria, praticamente sotto la neve. Io ero felicissimo e per il resto di quel giorno fui dispensato dagli obblighi scolastici. Seppi poi che il Parilla era stato prestato loro dal sacerdote Prefetto del collegio di Porto Maurizio. Verso le ore 16 vollero ripartire, riscaldati e rifocillati a dovere.- Il pilota era Giuliano, allora appena 13 enne ma,come noi tutti,alquanto capaci per tradizione di..... famiglia. Giunsero a destinazione in serata dopo un viaggio avventurso , e, pe fortuna,senza incidenti. Io,inutile dirlo, fui alquanto felice e contento della inaspettata visita, di cui conservo un ricordo indelebile dato che ( vi confesso) si , avevo scelto io di entrare in quel collegio e subire un p#242; di privazioni per essere stato un p#242; biricchino l'anno precedente, ma vi assicuro che quell'anno a Barolo fu duro, e fu l'anno in cui maturai e formai il mio carattere. E questa #232; un'altra prentesi della mia vita che ha solo due accenni motoristici al nostro sito , ma cosa volete , anch'io ho vissuto .....anche a piedi come tutti. Approfitto per augurare a tutti voi i miei migiiori auguiri di Buon Natale
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bianconero |
Inviata - 24 November 2021 : 17:57:37 Ciao Adriano! #232; sempre un piacere immenso leggere questi tuoi stralci di vita vissuta, di sport automobilistici, ma soprattutto diuomini e donne legati da solide e leali amicizie, diventati ormai merce rarissima nel mondo caotico e menefreghista di oggi! spero vivamente di leggere altri fatti interessanti della tua vita....hai mai pensato di mettere insieme in un libro tutte queste belle vicessitudini? penso che avrebbe sicuramente un buon successo specialmente tra noi frequentatori del forum ma credo anche tantissime altre persone! |
adriano.casoni |
Inviata - 18 November 2021 : 05:03:01 ho riletto ilmio scritto ed ho visto i numerisi errori di scrittura. Chiedo venia ma effettivamente non l'ho riletto ! |
thor returns |
Inviata - 16 November 2021 : 13:15:19 Complimenti bella storia Adriano !Queste sono le belle storie in ambito motoristico che vogliamo conoscere #128076;#128076; |
adriano.casoni |
Inviata - 15 November 2021 : 05:48:35 Oggi sono in venadi verso lafine del 12063scrivere e raccontare: ero alettocon unpò di influenza. Eravamo nel 1963 ed ero a casa in licenza dal servizio militare come AUC (allievo uffuciale di complemento)in attesa della destinazione del reggimento , avendo concluso il corso di 6 mesi da allievo. Erano circa le 19,30 del mattino e ad un tratto sentiii il rumore di unm otore molto "cattivo" che si avvicinava. Corsi alla finestra e vidi una grossa 1900 nera Alfa Romeo,ferma sotto casa mia, ne scese mio cugino Mario di due anni più vecchio di me,, il quale mi scorse dietro ai vetri e con un cenno mi invitò a raggiungerlo. Avevo compreso cosa stesse accadendo: Mario aveva la 1900 Super di suo padre, mio zio Enea, che aveva fatto "preparare " per poter partecitpare alla 1000 miglia di quell'anno. Mi vestii di corsa e lo raggiunsi, ci sedemmo su due cassette di legno per la frutta che egli aveva predisposto come sedili essendo l'originasle presso un tappezziere per essere trasformato all'uopo; con un rombo fantastico partì e ci dirigemmo verso i due lunghi rettilinei che uscivano dal paese e portavano verso Modena. riuscii a vedere il conta chilometri per un attimo e lessi 185 km/h dopo poche centinaia di metri. Facemmo alcuni giri, poi mi ricondusse a casa ; io scesi e lo ringraziai e lui rientrò a casa sua. Il tutto fu fatto all'inasaputa dei nostri genitori. Poi lo zio Enea partecipàò alla 1000 miglia mia si ritirò verso Ferrara per la rottura del cambio. Purtroppo pochi mesi dopo, e precisamente l'8 dicembre del 1963, mio zio stava tornando di sera da Firenze al volante della sua Porsche 356, in autostrada,all'altezza di Roncobillaccio "beccò" una lastra di ghiaccio , uscì di strada cappottandosi e rimase ucciso. Mario, appena 24 fu costretto ad occuparsi della distilleria di liquori del padre. Dopopochi mesi però assunse un direttore di stabilimento al quale affidò l'azienda ed egli si dedicò al suo sport preferito, le gare in automobile,che lo vide partecipare come protagonista a tutte le gare di prototipi sui circuiti di tutti il mondo, fino al 2016 anno in cui, già 77enne, appese il casco al chiodo e si ritirò con un palmares di tutto rispetto.Per tre anni fu un pilota Ferrari ed insieme a Baghetti mise a punto la F1 553 con motore posteriore. Poi però lasciò la Ferrsri poichè lui voleva correre e non gli importava tanto il blasone della scuderia di appartenenza quanto il partecipare libedramented conogni tipo di sauto a quante più garepotesse. Si pazzò nche terzo assoluto alla 24 ore di Lemandel 1972, 5° nel 75 e sesto nel 68. Insomma si fesce veramente onore sia nelle gare in pista che su strada. Ad imola nel 1957, ero alla curva della Tosa e lui correva con una vecchia Ford Gt 40 di una scuderia di Brescia. Durante ler prove,giunse alla curva proprio sotto al prato dove ero io con la mia fidanzata, ed il motore gli si fermò. Pochi passi mi separavano dalla pista( allora i prati dell'autodromo confinavano con la pista e non erano ancora stati "spodestati" dalle numerose tribune attuali)lo raggiunsi di corsa , alzammo il grande cofano posteriore e ci accorgemmo che uno dei cavi di una bobina era spezzato. Presi dalla tasca il tagliaunghie, spellai le due esremità del cavo, e li ricongiunsi avvoltolandoli strettamente fra loro. Salito in macchina Mario ripartì salutandomi con un cenno della mano. Ora,ogni tanto, ci sediamo con le gambe sotto il tavolo di un ristorante tipico di Finale Emilia, rinvangando il nostro passato e lui mi racconta dele sua avventure e disavventure automobilistiche. Mio cugino Mario Casoni è stato denominato anche Pilota Gentiluomo. |
alexettor |
Inviata - 14 November 2021 : 22:23:03 Che bello! Questi racconti di vita vissuta sono stupendi! Grazie! |
adriano.casoni |
Inviata - 14 November 2021 : 18:10:02 Proseguo la narrazione dell'articolo sui personaggi della mia terra< d'origine: Beh! devo dire che conobbi il sig Guido proprio a casa di mia zia Giuliana Scagliarini(sua cugina) che divenne mia zia avendo sposato Giuliantonio Bortolotti fratello di mia madre. Alla fine degli anni 40, Guido sposò la signora Laura Terzi di Finale Emilia. Nacque una figlia di nome Barbara(Mimma) per gli amici. Nel 1959, io fui invitato ad una festa da ballo in un castello, la cui proprietaria era una cugina di mio padre, che si teneva vicino a Finale. Con la Dauphine Alfa Romeo di mio padre, accompagnai alla suddetta festa, un'amica d'infanzia di nome Lella Terzi, cugina della Barbara figlia di Guido. Posso solo dire che facemmo le ore piccole e fui un cavaliere di tutto rispetto. Ma passiamo ad un altro ricordo a proposito della Dauphine paterna: nel 1961 mi diplomai all'istuituto tecnico Fermo Corni di Modena conseguendo il diploma di perito elettromeccanico. Fra i miei compagni di diploma, vi era un certo Claudio Scaglietti, figlio di quel famoso Sergio grande carrozziere ed amico fraterno di un certo Enzo Ferrari, e Corassori Franco figlio dell'allora sindaco di Modena. Conclusi gli esami, decidemmo di fare una cena in un noto ristorante sulle colline modenesi, e io potei avere in uso la Dauphine paterna , sulla quale caricai tre miei compagni. Con vetture di altri compagni insieme raggiungemmo il ristorante che distava circa 65 km da Modena. Cenammo in allegria, senza eccedere nel bere, e verso le 23 riprendemmo la strada di casa. Strada facendo , la macchina cominciò a "singhiozzare", poi si fermò il motore. Scendemmo dall'auto e cominciammo a controllare l'accensione, poi l'alimentazione; ma tutto sembrava in ordine a noi 4 neo periti meccanici. Per farla breve dirò che il fatto si ripetè per molte altre volt, tanto che arrivammo a casa verso le 4 del mattino, e il fatto strano era che dopo le soste, e senza aver apportato modifiche o miglioramenti, risalivamo in macchina, il motore si riavviava e si ripartiva fino alla fermata successiva. Al mattino dopo mio padre mi fece portare la macchina nell'officina di un suo conoscente. Io spiegai cosa fosse successo poi me ne andai. Dopo circa due orette il meccanico telefonò che la vettura era a posto. Io andai a ritirarla e potei così conoscere il motivo della tribolazione notturna: Forse mio padre, andando in campagna, aveva urtato contro un sasso con la parte inferiore del serbatoio, al suo interno si era staccato una "scaglia" di ruggine la quale andava ogni tanto a coprire il foro di prelievo del carburante bloccando il motore: noi, scenbendo dalla vettura e muovendola, causavamo lo spostamento della "scaglia" che libe- rava così buovamente l'aspirazione del carburante , consentendone la messa in moto. Quando lo raccontai ai miei compagni di scuola fummo un pò risollevati per la magra figura fatta e ci consolammo per la estrema difficoltà di diagnosi senza poter procedere allo smontaggio del serbatoio come invece aveva fatto il meccanico. Acora oggi quel fatto costituisce ancora motivo di ilarità allorchè tutti e 18 ex compagni di diploma ci ritroviamo con le nostre mogli per un pranzo in compagnia. Questa volta sarà per sabato 20. |
alexettor |
Inviata - 12 November 2021 : 11:54:22 Mamma mia! Che meraviglia! |
ape20ff |
Inviata - 26 January 2020 : 19:20:14 Salve a tutti. E' una storia davvero incredibile! Certo che motoristicamente ti sei trovato in una zona dove c'èsempre stato un certo fermento. Scommetto che col senno di poi hai pensato al fatto di non aver conosciuto di persona quei personaggi per un soffio. L'aneddoto di Porsche poi capita proprio alla vigilia del 27 Gennaio. Grazie per aver condiviso questa storia. Un saluto. |
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